La prima gelida domenica d'inverno tardava ad arrivare
E tu l'aspettavi dormendo in un letto d'ospedale
"Dai su riprenditi che, tra poco ce ne andremo
Feste, risa e carte e si che ci divertiremo"
Ma questo era quello che ci piaceva raccontare
Tu l'avevi già capito quanto era freddo quel Natale
E come in un teatro poi li vedi entrare in scena
Attimi, ricordi e sogni della tua vita piena
Piena di quando si è giovani e si fanno mille cazzate
E si vive un po' troppo forte per quelli i cui tempi sono andati
Piena di ricordi, di lavoro e distrazioni
Di una moglie persa giovane e di familiari nuovi
Quanto vale saper leggere e scrivere in una vita?
Se col tuo vivere tutto questo sai che non è servito?
Ma tu sapevi ridere di chi non rideva mai
Domani è un altro giorno e non esistono più i guai
Se ci guardi, ti prego, non ridere, di noi stupidi mortali
Che litighiamo, che non ci parliamo, per motivi così banali
Tu si che ci hai insegnato cosa fosse la felicità
Le sigarette, il primo canale e qualche piccola oscenità
E quel posto vuoto ora, lo riempia chi non c'era
Quando tu nascevi ed iniziava una nuova era
Quella della guerra, di mancanza e di aver fame
Di questo tempo che trascorre e a un'altra vita deve lasciare
La prima gelida domenica d'inverno non la scorderemo mai
Con te che hai chiuso la porta e adesso in giro te ne vai
Quello che ci aspetta oltre lo scopriremo poi
Noi abbiamo perso solo uno dei tanti, uno di noi.