-ho fatto bene
a non riaprirti il cuore-
dico fra me compiaciuta
in ascolto della tua telefonata
quando con enfasi
m'hai raccontato
del tuo strepitoso
fine anno,
dove par tu abbia incontrato
l'ennesimo amore
che ti cambierà la vita.
Ho passato quasi un anno
a farti capire che
da tanto tempo era finita,
che s'era sciolto
come sale in acqua
quel Noi dell'incanto
e benchè tu m'apparissi
come l'imperatore Enrico
al cospetto di Matilde di Canossa
con tanto di cenere in capo
a chiedere il mio perdono,
avvertivo un gelido brivido
alle ossa
pensandoti a me di nuovo vicino.
Son vent'anni
che ti vedo riapparire
dopo ogni tua tempesta,
pronto a giurarmi eterno amore
e poi sparire
dietro l'ennesima infatuazione
e son vent'anni
che ti vo dicendo
che per te è scemata la mia passione,
non credo più alle tue parole
sopratutto non sono a tua disposizione.
Tu assomigli un albero
che nel rigoglio delle foglie
non pensa che l'inverno arrivi
e quando, esso giunge, temendo il gelo
bussi alla mia porta, implorante,
a chiedere amore, con la fissa
in testa a sentimi tua eterna amante.
Ora par che sia veramente finita,
t'auguro di cuore una nuova vita,
sei stato malandrino e di certo un coglione,
ma ti perdono... addio... amicone!