Sabrina è tornata.
L'ho vista mentre ero al bar dei delfini.
Aveva negli occhi canestri di dolore
e le braccia svuotate di affetti immortali.
Sabrina era come accecata
non vedeva al di là delle sue lacrime
e tra le braccia deboli
stringeva una possente e disperata pena.
Non scorgeva gli zingari assiepati
all'ombra dei vecchi lampioni
che vendevano fazzoletti di miseria
per un pugno appena di sorrisi.
Non faceva più caso ai gatti acciambellati
sulle rive di un Tevere ammorbato.
Sabrina è davvero tornata.
Ma è impalpabile come una visione