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Avenìda Atlantica
In bilico
al 29° piano
sta la curiosa
dell'ora di punta.
Stridono
grilli e violini
assieme ai taxi in corsa,
ghirlande silenziose di accesi
topazi e rubini si sgranano
sulle vaste, buie corsie, e piccole
falene palpitano in fuga
sui passaggi pedonali.
La stessa luna gialla che si affaccia
tra i grattacieli di San Paolo
è qui, coricata su questo emisfero,
sempre più grande e sempre più gialla
nel tumulto della notte.
È una luna sfacciata e dolce:
è venuta a cercarmi
è venuta a stanarmi,
vuole che io esca e la imiti
mi sfida ad essere senza limiti,
"Osa il tuo sogno!" mi dice,
sorride e sparisce
come inghiottita ad una
svolta del cielo.
Esco ed assaggio: sorprendo
bocche purpuree di danzatrici
mordere a ritmi improvvisati
la notte,
lunghe cosce d'ogni colore falciano
con accanimento soave
il porfido sconnesso e variegato
dei marciapiedi:
vi si sdraia, noncurante, la merce
dei mercatini notturni.
Fan musica i pettini di legno,
mi sobilla il rilucere di pietre e paillettes,
le piegoline della garza indiana stuzzicano
malsopiti gusti da bucaniera,
allusivi e variopinti tucani risvegliano
frizzanti ribellioni:
un vestito color del sole io voglio,
e uno color del vento,
e uno color ametista, come i pensieri saggi
del crepuscolo,
e un altro infine del colore amaro e trasparente
delle mie lacrime:
si può forse perdere
ciò che mai si è avuto?
Qualcosa sta morendo
in mezzo al mio silenzio
e ciò che sta per nascere
non conosco ancora,
ma se ti guardo scopro
di essere sola
da sempre.
C'inseguiamo in un ristorante affollato,
con camerieri strabici e risate
dove un vecchio pianista ubriaco e
sconosciuto pesta
sorridendo tra le lacrime il pianoforte,
una donna di Picasso sfoggia
la sua espressione cubista con fierezza
e le ragazze di Gauguin
fanno grappolo discreto in un angolo,
i loro volti petali bruni
di un immenso fiore che si sfoglia
lungo la Avenìda Atlantica.
Qui alfine tutto si consuma
e la notte si slancia, allegra e disperata
verso un altro mattino.
Luna ostinata e mai sazia,
quanto mi assomigli!
(Breve sinfonia)
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1 recensioni:
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- Descrizione direi addirittura pignola di tutto ciò che vive e travolge l'Uomo d'arte.
Anonimo il 21/02/2012 20:58
Complimenti, sei veramente brava, ti trasferisco nei preferiti 
Anonimo il 21/01/2012 17:34
Una poesia prosastica molto bella e significativa... una sinfonia che è nelle mie corde. ciaociao.

Anonimo il 09/01/2012 16:24
Tu l'unico giardiniere.
Dopo il fiore, si sostituisce, in maniera inaspettata, il silenzio. Poesia triste, poesia evocativa. Quando si è tristi si scivola nella poesia perchè nn si ha voglia di ridere, perchè i ricordi prendono il posto
degli abiti e perchè poi piano piano si defluisce in un qualcosa di magico.-
Stupenda poesia dedicata a chi hai molto amato perchè con profonda devozione ti ha amata.-
Complimenti sinceri.-

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