Perché la morte,
talune volte,
pare così piacente?
Forse perché ciò che
vorrebbe essere
cagion di gioia
non è bastevole
a sentirsi
vogliosi di vivere
e di sopportare
tutte le sofferenze,
ché la felicità,
dopo il dolore,
è più dolce.
O forse, nemmeno
esiste, in terra,
cosa più sublime
di quell'eterno
sonno.
Un eterno riposo,
lontano da tutto,
da tutti,
perfino da te...
Allora divieni come
chi la vita rimpiange,
e s'addormenta l'anima
mentre il corpo tuo vaga
come chi smarrì,
del proprio nido,
la via.
Un uccellino senz'ale,
una penna senz'inchiostro,
o un vento che non spira.
Vivi da morto,
tanto vale chiudere gli occhi
e non vedere,
non sentire,
non respirare,
e non soffrire,
ma solo dormire.