E ancor, all'eterna quiete pensando,
guardo fuori, con l'anima smarrita,
a tristo angelo somigliante.
Gridan, li occhi, il dolore
silenti.
Mieloso e soave, un canto,
nel cuor palpitante
spazio trova.
Mal di vivere e fiacchezza,
bruciano le catene
che m'imprigionan l'anima
al corpo, al materiale mondo.
E ancor, lentamente camminando,
genti e genti ancor,
mi guardano, mi scrutano,
fastidiose, senza lasciar,
allo spirito mio,
tregua alcuna.
Lacrime, calde e salate,
fan solchi sul viso,
cupo, grigio,
di depression coverto.
E ancor, sola in un antro,
bianco di piume leggere,,
Noia e Gioia, combatton
e Morte e Vita, s'abbracciano,
in un turbinio di voci inudibili.