C'è l'impronta del sorriso che
hai scordato di lasciarmi
in mezzo a sentieri obliqui
che mi trovo a percorrere
a ritroso.
Eppure era mio
e ho assaggiato oggi i suoi resti
nella pioggia grigia
che si lascia suonare
come un'arpa fatta d'acqua.
Quanti sguardi intrappolati
nel bagagliaio di un'auto disegnata
in simboli d'aria
su terra e ghiaccio.
E quella mano
troppo lontana
che spostava i secoli
fuggendo dalla mia,
l'ho descritta e trascritta
in un perimetro di parole
che chiude la radura e la gioia
in una prigione di alberi altissimi.
Mi sono affacciata
sul deposito dei tuoi sogni
per caso o per gioco
prendendo di te
quella zolla di anima
che serviva
per costruirci addosso
questo cuore spoglio
come un castello.
Ti parlo da anni,
da quando le parole
hanno smesso di raggiungerti.
Ti guardo da anni
in fondo a quegli occhi tinti di mondo,
dove io sono colore
dove io sono sapore
di mare trasparente.
Ti ascolto da anni,
da quando frugo
ferendomi
nel filo spinato
dei ricordi.
Nell'ansia di riprendermi
l'ombra
di quel sorriso infranto.
Che hai scordato di rendermi.