Sedendo e mirando,
dal giardino dei miei pensieri,
il mondo circostante,
m'illudo; amaramente
ma dolcemente,
illudo il guardo mio
giocando con la mente,
creandomi paesaggi puri
e incontaminati.
Mi diletto in questo sogno
ad aperti occhi e,
tristemente, sento il rumore
dell'umano mondo, svegliarmi
dall'astratto assopimento.
Ah, quanto è cara quest'illusione,
e gioiosa.
Ma qualcosa, qualcuno,
giunge a destarmi dal sonno,
da quest'immago di morte,
e similmente ad un fulmine,
che crudele squarcia il cielo,
e scote l'anima.
Un sussulto, e gli occhi
s'aprono al reale, al violento.
Il mondo intorno a me si riversa
inesorabilmente nelle pupille
che acquisiscono nuovamente
stanchezza.
Le membra s'infiacchiscono,
la mente ha convulsioni.
Un dolore immenso stringe,
Riversandosi in cuor mio,
tutto il mio essere.
Tutto ricomincia,
tutto continua ad andare avanti,
verso il meglio, verso il peggio.
Non c'è costanza.
Ecco è l'ora!
Chiudo ancora gli occhi,
ora posso permettermi di non riaprirli,
abbandonandomi pacatamente a questo sonno.