Alla fine un cerchio di luce
punto di arrivo per me che parto...
Un viaggio senza meta,
sogni,
desideri,
un bagaglio pesante da trasportare.
Man mano qualcosa si perde,
è lungo il viaggio,
il resto lo stringo fra le mani.
Come un bambino che,
ingordo dei suoi dolci,
li inghiotte velocemente,
da tenerli per sempre con sè.
Entro nel tunnel,
so che non arriverò mai alla fine,
riuscirò da dove sono entrata.
Cerchio di luce io non voglio vedere,
chiudo gli occhi e ti sento,
dolce venticello che spifferi,
il tuo ossigeno mi rinfranca delle mie paure,
del rumore.
Picchia forte nelle orecchie,
rimbomba nella mia testa,
non è musica.
Ne conto le note, una scala,
senza pause...
sfianca il rumore.
Imparo a contare ogni secondo che passa...
Padre nostro che sei nei cieli...
ma mi perdo,
la risposta è sempre la stessa
e perchè non io?
Padre nostro che sei nei cieli...
ricominciano le mie preghiere,
le ripeto,
meccanicamente.
Lì in quel viaggio sono sola,
io e la solitudine,
io e il niente.
Quanto tempo è trascorso?
Ho perso il conto dei minuti,
le mani addormentate,
protestano.
Il tunnel ha smesso di violentare il mio corpo,
è finita,
vado.
Lo so sei sempre lì, ad aspettarmi.
Eppure per una volta vorrei addormentarmi,
svegliarmi e gridare:
è stato un sogno, un brutto sogno.
Ma so che non sarà mai così,
i sogni a volte tradiscono.
Le mie lacrime dove sono finite,
fiume in piena le hai trascinate lontane,
da me.