Rimane questo vuoto tronco
oltre la stagione della potatura,
nudo davanti a uno scempio umano
stirato tra le braccia di una croce.
Solo un pazzo, oppure un Dio
poteva bere tanto sfacelo
pur di salvare uno come me
insignificante e inaridito.
Hai preceduto la mia mente
perchè imparassi a specularti
senza capire nell'immediato
tutto quello che mi accadeva.
Davvero soave il tuo giogo
mentre mi nutrivo di sofferenza,
m'eri accanto sull'onda del dolore
per tenermi sempre a galla.
Era il carico poi a trasportarmi
senza gravare sulla mia incapacità.
Nei momenti da Te stabiliti
hai brandito la spada in mio aiuto,
o lasciarmi solo nella notte oscura
per farmi crescere nel deserto.
Non so come gli altri ti amano,
ma porta il mio cuore sul Tuo
così com'è: fragile e sincero.