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Ero un ragazzo

Ero un ragazzo che sognava
la scuola divorata dalle fiamme
parole poco forbite
spargevo tra le campagne
e non studiavo il piano.

Il sole, astro remoto
per me scottava sulla pelle
mentre correvo senza tempo
a perdifiato, col cuore in gola
e la milza dolente

E le ginocchia scorticate
spuntavano da brache
passate dai fratelli
lì dove col mio vascello
l'onda furiosa montavo
dell'erba sotto il vento.

Non mi attardavo all'oratorio
sgranando le preghiere
la trota era in mia attesa
smaniosa alla sorgente.

Mille passi ho seminato
sui prati, svaniti nel cemento
e poi altri ancora sperduti
lungo il torrente
ora chiavica repellente.

Ingenuo bucaniere abituato a niente
viaggiavo oltre il confine delle stelle
con il solo potere della mente

E sotto un benevolo cielo
il mondo ho attraversato
nel mezzo della mia valle
che a lungo mi ha cullato.

Da molto, molto è cambiato
e nella piccola valle, quando ritorno
quel mondo perduto
è un perduto rimpianto.

 

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8 commenti:

  • mauri huis il 28/01/2012 19:18
    Complimenti. Mi piace proprio sia lo stile sia il contesto, reso benissimo.
  • Anonimo il 22/01/2012 20:57
    bellissima lirica... metafore... ricordi... complimenti
  • Anonimo il 21/01/2012 18:34
    piaciuta molto questa poesia, sentita dentro. Complimenti all'autore
  • denny red. il 20/01/2012 06:55
    Bella.. Bella!!
    che dire.. la valle.. il mondo..
    ero un ragazzo. Bravo!!
  • Alessandro il 19/01/2012 21:39
    Rimpianti e disillusione... effetti collaterali dell'invecchiamento, dopo i mille passi percorsi nella giovinezza.
  • loretta margherita citarei il 19/01/2012 17:44
    quei tempi purtroppo non torneranno, piaciuta molto
  • laura cuppone il 19/01/2012 10:02
    meglio rimorsi che rimpianti
    o
    meglio ricordi amari
    che serene e inconsistenti
    indolenze di spirito...

    i tuoi viaggi
    ancora corrono
    tra passato davvero vissuto
    e presente incerto
    e vedi oltre
    ancora...

    laura
  • vincent corbo il 19/01/2012 08:10
    Un bell'esempio di poesia.

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