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Maledetta leucemia
Fedele letto,
custode sei tu soltanto
del prostrarsi lento e inesorabile
di una storia intenta a decomporsi
con la friabilità velenosa
di un insulso castello di sabbia;
non posso maledirti, mano
se dal lago infido del destino
una matita sbagliata estraesti
per donarmi di poter disegnare
salde traiettorie
alla mia virgola di esistenza;
fosti accecata
al momento di scegliere
ora lo so,
ma come posso odiare quel corpo,
che mi addestrò a baciare i giorni?
Cellule traditrici
che il mio sangue svergognaste
con urli pugnalanti
di vecchi stupratori,
le mie orecchie hanno imparato
a non udire
il vostro arrugginito e vano canto di vittoria;
ti vedo sghignazzare in corsia
ignobile tumore
tetro, prima impalpabile
e poi stritolante invasore,
camminano fino alle mie lacrime
i gemiti di una cartella clinica
violentata da una firma incomprensibile,
più nulla
da sentenziare o da sperare
in questa stanza che sta annegando
nello stridulo volo delle zanzare
e nei ricordi intarsiati
delle mie escursioni in motoscafo
a fare l'amore
con l'epidermide color topazio del mare;
dottore,
lo so, per lei
non sono che un'ennesima pagina di morte
che il suo camice scintillante
non può permettersi di conservare,
serri, la prego,
le porte sbuffanti della mia stanza;
ora
più non governo
che un fascio di parole biascicate
sottratte all'abbraccio
di una flebo impersonale
da cucire sul vestito rattrappito
dei miei pensieri conclusivi;
liberatevi dalle catene
di parole assassine,
linfoma mieloblastico, linfoblastico neoplasia,
e ascoltate le intenzioni eteree del vostro volo
che condurre desiderano
il mio respiro,
oltre i confini rigurgitanti del mio respiro;
portateli a danzare
con la scia dorata degli aeroplani
fatene un diario di sogni
per il sorriso incontaminato
dei miei teneri bambini;
sto arrivando,
moglie mia,
che maledettamente presto
mi insegnasti il rantolio insopportabile
di un abbandono che non desiderasti,
vedrai,
ci riscopriremo stelle,
per Lorenzo e Gabriele,
frutti rigogliosi del nostro idillio,
e cresceremo in bagliore
nella sinfonia incomprimbile del loro crescere.
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1 recensioni:
- Ebbene sì caro Cristiano, anch'io sono transfuga da un linfoma e ho ricambiato le cellele staminali, anch'io ho scritto delle cose nel letto della camera sterile, anch'io so una stretta
- Gent. mo Cristiano io so cosa hai scritto. Leggi la mia "la grande madre" (ho dato la parola alla cellula madre), purtroppo nessuno l'ha intesa forse perchè tutti hanno paura di parlare del male. Eppure il male colpisce due volte: nel fisico e nella mente. Anche quando lo sconfiggi fisicamente lui, il male, ha messo radici nel cervello. La paura di essere considerati delle pagine da archiviare per sopravvenuto decesso è reale in ogni malato... si è convinti di non avere futuro, in tutto questo si impara a dialogare con la morte, si impara a conoscerla. Vedi come la malattia induce a parlare della morte come se fosse una persona e non un evento naturale? Pazzia? No, desiderio di razionalizzare. Complimenti per la poesia è veramente e tragicamente reale.
- Di nuovo grazie a chi ha inserito nuovi commenti. Volevo ricordare che dedico questa poesia a tutti i malati di leucemia, ai medici che li hanno in cura, all'Associazione italiana leucemie e ai ricercatori scientifici che si prodigano, ciascuno nella propria sfera di competenza, per contribuire alla sconfitta di questo terribile morbo;e la dedico a chi non cessa mai di chiamare vita la vita, infondendoci il vero significato dell'esistenza umana. Cordialità.
- Il sangue bianco... cancella tutto l'inchiostro che abbiamo scritto sul diario dei nostri sogni...
Splendida e Struggente Cristiano...
- Complimenti di cuore Cristiano.. ennesima lirica toccante...
a volte di leucemia si guarisce... ma ancora oggi tanti non ce la fanno...
Hai tanta sensibilita'.. bravo!
- Grazie a entrambi, spero solo che queste parole possano essere, non so in che modo, ossigeno di speranza per chi è avvoltodalle spire della leucemia. Grazie in particolare alla signora Loretta che, essendo passata da questa terribile maledizione e avendo avuto, per fortuna di tutti noi e con mia grande gioia, la forza di vincerla, sa in modo particolare quanto potere devastante abbia questa patologia maledetta.
- molto toccante, forse perchè contrassi a 35 anni questa malattia, che per miracolo ho vinto, quindi mi ci sono riconosciuta in questo versi, notevoli, complimenti signor comelli
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