ricordo che, quando ero bambina
v'era una giornata particolare
e mia nonna, in viso adombrata
soleva dal suo comodino prendere
una foto sbiadita e porla in vista
sopra il cammino,
adornarla di fiori ed accendervi vicino
un lumino.
In silenzio, poi si sedeva,
col rosario in mano pregava
e per ore ed ore piangeva.
Finchè fui piccola, non mi fu data
una spiegazione
fino a quando, cresciuta
in età della ragione,
mia nonna mi svelò
chi fossero quei due sposi sorridenti
nella sbiadita foto:
sua sorella e l'amato marito.
Lui era ebreo, lei cristiana,
uniti nel nome dell'amore
osarono sfidare
le razziste leggi del regime
unendosi in matrimonio.
Ma la Gestapo e la Milizia
informati da anonima segnalazione,
per porre fine alla scandalosa situazione,
li arrestarono e li portarono
alla stazione,
Auscwitz la loro destinazione
e lì morirono tra mille tormenti,
bruciati nel forno crematorio,
dispersa la loro cenere ai venti.
A nulla valsero i tentativi
della famiglia, degli altri parenti,
si vendettero proprietà,
terreni per comperare la loro libertà,
ma nulla si potè fare
e quando mia nonna arrivò alla stazione
le dissero che il treno era partito
per l'amara destinazione.
Quel giorno che la triste storia
mi fu svelata,
mia nonna mi fece giurare
di tenerla sempre viva nella memoria
ed ai miei figli tramandare
il ricordo
per non dimenticare
affinchè simili orrori, la guerra
mai più si ripetessero sulla terra.