E non c'è niente da fare:
è il dolore
la sofferenza
a far da levatrice
alla vera Poesia.
Che ogni tanto stroppi
o sia stucchevole
è anche vero
ma se riesce
a non essere banale
e apprezzata da qualcuno
di cui abbiamo stima,
allora ci libera anche
da un po' del nostro male.
l'autore mauri huis ha riportato queste note sull'opera
La riflessione che non fa una grinza ma solo una piccola piccola, mi porta a dare una stirata. Poesia è il nostro sentire. Il nostro sentire cambia istante per istante, dal più triste al più allegro. La poesia è l'istante, la scintilla, che riportiamo in ciò che proviamo a rimare.
E che dire! hai ragione perfettamente, ma non importa se sei banale oppure no ognuno vedo il mondo a modo suo. bravissimo e geniale nel dire che la sofferenza e il dolore fanno scrivere poesia...
è importante che la poesia arrivi al lettore, che trasmetta qualcosa dei sentimenti del poeta. Hai ragione affermando che siano dolore e sofferenza a crescere la poesia. Moltissimi poeti iniziano così (me compreso)poi si cambia, almeno ce lo si augura, lavorando molto sull'originalità. Un bel pensiero.
La poesia può sgorgare dal cuore sia che tu sia felice oppure che tu sia triste, è l'anima in quei momenti che porta l'ispirazione all'intelletto, che trasmette i sentimenti che vagano nel nostro ego.
Molto bella Maurihuis.. penso che sia a metà strada... completamente disperati (senza speranza)... o completamente gioiosi (realizzati)... non si scriva più...
la Poesia è un ponte di parole che lanciamo verso l'infinito di noi stessi... e degli Altri... che poi in fondo siamo Uno...
nei periodi di sofferenza non sono mai riuscito a scrivere, perchè il dolore emerge ancora più forte quando è il cuore che scrive...
solo dopo le avversità sono riuscito a cogliere l'amaro frutto dei patimenti provati...
mi piace molto quando dici ma se riesce a essere apprezzata da qualcuno di cui abbiamo stima, allora ci libera anche da un po' del nostro male
racchiude il senso di molte poesie che lasciamo sul sito...
Bravo Maurì
p. s: hai scelto uno pseudonimo più difficile di quello di senzamaninbicicletta...
ciaooo
Ho notato che hai letto diverse mie poesie e non so quale ti abbia colpito di più... ma leggere questa nota mi ha commossa...
Io scrivo con il cuore... sempre e comunque, che sia dolore o gioia, scrivo per esprimere le mie emozioni... e se riesco ad arrivare al cuore del lettore, allora si che ho scritto una poesia.
Grazie ancora di tutto
Sono d'accordo con Senzamani... e anche con la poesia-osservazione di Maurizio... si può partire da uno stato personale di sofferenza, di afflizione, ma la poesia diventa tale quando assume un aspetto di universalità, perchè coinvolge e colpisce anche gli altri. La poesia a mio parere, per essere tale, non deve essere un avvitamento su se stessi.
Inoltre un poeta deve saper raggiungere anche l'armonia del suo dire, tra sè e l'esterno. La poesia è una voce al mondo e sul mondo!!!
hai ragione, la poesia può assumere una forma di.. condivisione catartica delle nostre più profonde emozioni. l'importante, credo, sia non scadere nel banale, omologato, globalizzato pensiero che va tanto di moda. ottima riflessione maurihus!
esatto!!!! Peccato che spesso le cose più bella ci escano quando siamo in pena... come mi disse un giorno un amico di questo sito... quando sono felice non sono davanti ad un pc ma corro fuori a gridarlo a tutti e soprattutto a vivere... anche se come gli ho detto io non sembre quando uno svanisce significa che stia bene anzi spesso il contrario.. in ogni caso la Poesia salva spesso le nostre anime sia nella gioia che nel dolore e leggerla è, almeno per me, una grande gioia... e qui ne trovo tanta!!!!!
Un dolore condiviso è un dolore dimezzato... la poesia permette di esprimere i pesi del cuore, ma anche le sue gioie... una gioia condivisa è una gioia raddoppiata..