il poeta del duemila
s'affaccia alla finestra
d'un monitor sempr'acceso
aperto su fogli di pixel
soffre di mestiere
parla di se' e del suo Io
il mentecatto paroliere
la poesia malata e fredda
di mille mali e nubi nere
invero non fu mai partorita
si perde nel qwerty
colando su mobili dita
per procurar a se stessa
un intimo piacere