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La frevi

Cosa chi po fari la frevi nun ti dicu
lu munnu fa girari a lu cuntrariu
manca la forza e si cerca cunfortu
acchiana la calura e tremi tuttu,
pigliatu di scunfortu a tia ti cercu
e appoju la testa a lu to pettu.
Oh, chi gioia, ah chi confortu
lu caluri chi mi dai
mi fa stari megliu
chi diri poi di li carizzi?
M'allisci e m'amminzigli
comu un picciliddu.

 

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7 commenti:

  • Grazia Denaro il 03/02/2012 15:48
    Bella poesia dialettale siciliana, ben stilata, piaciutissima.
  • Anna Rossi il 30/01/2012 23:41
    deliziosa. tenera. in dialetto è perfetta..
  • Salvatore Maucieri il 30/01/2012 23:07
    Sempre difficile scrivere in dialetto siciliano ma ogni volta che ne leggo una, mi appassiona il fatto che, una parola, scritta anche in maniera diversa, riesci sempre a capirne il significato, cosa che non succede nella lingua italiana. "Vedi commento precedente. Saluti a tutti.
  • salvatore maurici il 30/01/2012 21:31
    Ha lo stesso significato ma si pronuncia l'uno o l'altro sostantivo a seconda della provincia in cui si vive. Vale anche nutricu, picciliddru, carusu, ecc.
  • Vito Bologna il 30/01/2012 19:45
    Bravissimo, letta con piacere,
    ( una curiosita`, si scrive PICCILIDDU, oppure picciriddu? )
    grazie stammi bene
  • salvatore maurici il 30/01/2012 19:18
    Miiih1 Cotta e manciata!
    Non ci penso proprio a tradurla, non avrebbe senso.
    Grazie Anna, ciao
  • Anonimo il 30/01/2012 19:04
    Quasi quasi ben venga la febbre! Nei momenti di dolore basta una carezza di chi ti è vicino e ti vuol bene e si torna bambini, sempre. Bellissima e... non tradurla!

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