Tra i pensieri spezzati nella palude stagnante della mente
fra questi virulenti insetti mangiatori di fango
ma saziati da lacrime di astratta insoddisfazione
il vento fischiatore d'un desiderio mascherato
striscia fra le secche e nodose dita d'alberi appasiti
con i frutti spappolati dai vermi biancastri d'una vecchiaia ignobile
madre sempre gravida d'avare sanguisughe senza occhi nè cuore
nuvole cariche di torrenti non vomitano le loro acque
oh qual liberatorio diluvio sarebbe
e poi veder il sole carezzare il grazioso caos
i tronchi decaduti e inceneriti dai lampi freschi d'accecante luce e forza
gli insetti soffocati nell'umida morte e i frutti decomposti...
spazzati via dalla corrente
Oh dolce distruzione, rivoluzionaria e liberatrice