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Almanacco nonsense
Sono ancora qui a chiederti cos'hai,
e tu ferma e zitta, non pronunci parola,
piegata per l'ennesima volta dal peso dei tuoi rimpianti.
Io non mi muovo,
imperterrito rimango sempre qui,
a pagare il conto di altrui errori,
a risanare ferite e lividi
causati da colpi bassi e meschini,
ma non da me sferrati.
Eppure non mi chiedo se il gioco vale la candela.
Non sarò di certo io quel concentrato di virtù,
l'uomo ideale che immagini tu,
però sono qua, comunque sono qua.
In quest'ultimo periodo hai capito,
anzi assaporato, l'amaro boccone che la vita riserva.
Ora anche solo per un po' riesci a capirmi?
Non credo.
Forse non riesci neanche a vedermi,
visto che sono chino
a raccogliere i cocci del tuo cuore
e della tua stima,
e posso giurarti che da qui
il mondo non è più ne meno tondo che come lì da te.
Io non ti chiedo nulla, e nulla ricevo.
Sta bene così.
Non ti dirò più di credere in te stessa,
ne mi farò promettere stelle di trionfi
o capriole di rivincite.
Siederò sull'ultima poltrona del teatro,
e aspetterò il tuo saggio,
il tuo assolo,
la calma è la virtù dei forti ed il malcontento dei deboli.
Nulla farò in più di ciò
che mi verrà chiesto, detto o comandato.
Non compierò atti impuri,
non scherzerò con i fanti ne con i santi.
Cercherò di non fumare e non bestemmiare,
mi farò insegnare ciò che è giusto e ciò che è male,
attenderò colui che avrà una risposta sensata ai miei perché.
Non ti scriverò più.
Non darò più adito all'arte.
Non mi sentirai più parlare,
ma sentirai parlare di me.
Non picchierò più anima, ma mi difenderò.
Cadrò e mi rialzerò da solo
come ho fatto per tante volte.
Niente chiederò in cambio del mio sorriso,
sarò viandante di sogni e mendicante di amore.
Rincorrerò il pensiero preservandolo dai loschi buonisti,
e dai preti vigliacchi.
Pascolerò il gregge dei miei peccati,
sapendo il loro prolificarsi.
Se vorrai restarmi accanto sarà cosa gradita,
ma non obbligata, so di avere ancora tanto da fare.
Morirò sorridendo mille volte
e mille volta piangendo senza lacrime nascerò.
Snocciolerò il mio sapere a chi mi farà compagnia una sera,
e a chi mi toglierà il peso del mondo
anche solo per un minuto.
Mangerò ed imparerò alla tavola dello zotico,
insegnando su quella del signore.
Voltandomi forse ti vedrò, forse no.
Sarai una fiamma o un dirupo,
una cascata o un uragano,
avrò la voglia ed il coraggio di lanciarmici dentro.
Cullerò le tante lacrime versate
per le troppe dimostrazioni di affetto,
per i molti finti amori e per troppe le false amicizie.
Non ti prometterò di non sgozzarle.
Ti porterò per mano all'altare,
giurandoti qualcosa in eterno,
ma non ti prometterò di sposarti.
Imbusterò il mondo,
così da renderlo asettico, e sarò angolo.
Io vengo dal nulla, e tale sono.
E se vorrai ovunque ti volterai,
ovunque guarderai, ovunque desidererai,
proprio lì mi vedrai.
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1 recensioni:
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- apprezzata... complimenti.
- questo romanzo contiene tanta apprezzabile poesia
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