Onde ribelli
inondano le piazze indignate
sgomberate dalla bieca apparenza
in un tempo ove
senza altrove,
l'età umana
non si conta più in lustri,
nell'epoca della meccanica frenesia,
chiusi nei lor Palazzi vetusti,
lor non Signori,
decidono nella veste lugubre
dell'Autorità,
chi può anche perire
nell'angolo della dimenticanza.
Ho conosciuto uomini e donne libere,
dalla barba incolta per la società,
imprigionata negli allori delle sue regole catene,
ma colta per una vita nuda nelle strade sempre uguali
ma non rituali.
Ho conosciuto uomini e donne vagabondando
nel silenzio della notte
schiaffeggiato dall'imperiosa Bora,
uniti dalla povertà,
accolti dal degrado dimenticato,
nascosti dalla Città che deve
manifestar la sua gloria,
la sua potenza,
la sua magnificenza,
la sua frivola essenza
di muri cadenti,
e fabbriche ardenti
servitù.
Chi per scelta,
chi per costrizione,
chi senza alcun perché,
ha ritrovato la libertà
nella libertà di vagabondare
senza mai spegner quella candela
ora fuggitiva al vento,
ora coccolata dal tempo,
ove sognare
è bello.