Frusciavano, quasi cantavano
come ballerini infuocati
che attendevano un palco da svergognare;
soldi, carta che ancheggia
beffarda e impietosa
tra gli intarsi avvolgenti
di dita tremanti
si rivestirono silenziosi
del liquame della tentazione
di costringermi a violarmi
per ritrovarmi ricchezza;
perchè il sorriso di mio figlio,
o l'immagine eterea
del sorriso primigenio
della compagna che l'esistenza
scelse di ricamarmi sul futuro,
non furono lì in quell'istante,
a rattrappire la mia follia,
di decomporre il mio orgoglio etico?
Moglie mia,
ciò che ti abituai a rivelarti
come sublime mazzo di fiori,
nulla ora è più
che il fascio disperato e irremovibile
dei miei rimpianti
di ladro e di corrotto;
mai saprai
quante lacrime lascerò sul cuscino
che mi dà il privilegio ormai decaduto
di dormirti accanto
all'alba saranno già scomparse,
per lasciare posto
al mio richiamo incessante
al percepirmi desiderio di dipartita;
figlio adorato,
non rinnegare tuo padre,
quando le manette scintilleranno
feroci ma meritate
sulle sue mani insanguinate di tangenti,
rinnega quella parte di me,
che di incendiarti l'anima non ha saputo,
del fuoco incomprimibile
di un'onestà che si specchia nel cuore,
come un'anima sempre in fiore.
Soldi, anche a voi mi rivolgo
maledire non devo il vostro esistere,
ma l'essermi prostrato al virus stritolante,
del vostro appartenermi
senza che vi meritassi davvero;
ora la prigione
è la sola a raccogliere
i frammenti impazziti della mia voce,
sullo sfondo si appoggia
sul mio sguardo color vergogna
l'impronta a forma di carezza
della croce che salva;
o Signore,
tu solo sai indicare a me
la strada in cui abbandonare
la mia maledetta sconfitta
per trasformarmi
in una vittoria di ritrovata moralità.