quando te ne andasti
lasciandomi nello sconforto
risvegliata dal languido torpore,
dolce inganno,
nel pensarti ancora mio,
dalle nubi del disincanto
lacrime mie d'autunno
copiose caddero
e nei giorni a seguire
ispessite, come aghi di neve,
nel più rigido degli inverni
m'inoltrarono.
Coltre gelida ad ammantare
il cuore, giurai a me stessa
che mai più nessuno avrei amato
per non subir più atroce dolore.
Regina delle nevi
per lungo tempo
rifiutai l'amore...
inviolabile il mio castello
inaccessibile ai sogni.
Ma col passar dei giorni,
dei mesi, delle stagioni
indipendentemente
dal mio volere
la mano pietosa del tempo,
panacea, come luminoso sole
penetrò sciogliendo
l'algido dal mio cuore
e quel mio soffrire
m'apparve lieve,
come la neve marzolina
che poco dura e presto scompare.
Obliato per sempre il tuo ricordo
nuova energia m'invade...
irrefrenabile è ora la voglia di amare.