di questa calura non ne posso più,
le membra ardono nell'abbraccio
dei quarantatre gradi suppergiù
tra le calde tue carezze giaccio
le mani dolci scorrono lievi
e vorrei fossero di ghiaccio
pensieri volano su fresche pievi
sudore che riempie le lenzuola
con gocce che non offrono sollievi
nudi e senz'alcuna pezzuola,
sale che brucia acido sulla pelle
madida lucida buccia creola
notte d'afa questa con poche stelle
distrattamente cavalch'il perno
che fatic'a star ritto e par imbelle
luna in cielo quaggiù l'inferno
tesoro mio sto soccombendo
per far l'amor aspettiam l'inverno
l'autore senzamaninbicicletta ha riportato queste note sull'opera
Questa poesia scritta nell'estate 2010 è un tentativo in terza rima di far sorridere e considerando il meteo-anacronismo attuale ciò dovrebbe risultare ancora più efficace.