Apro gli occhi... intorno a me il silenzio.
L'aria è stagnante, respiro a fatica
e non basta aprire le finestre.
Vorrei fuggire da questa realtà,
ma incollata sono, ogni giorno
a questo bianco e gelido letto.
Umide scie solcano il volto
mentre cerco fiato da respirare
per non soffocare in un singulto.
Doloroso sarà vedere il mondo
proseguire incurante del fatto,
che io non ne possa seguire il passo.
Ma dovrò imparare a vivere a quest'altezza.
Ogni viso, ogni nome da oggi sarà nuovo,
nessuna faccia somiglierà più a quella di prima.
Conterò i giorni come grani di rosario
nell'illusione di una grazia.
Sarò l'ombra di un mercante di sogni rubati
nell'attesa di lanciare per l'ultima volta i miei dadi.
Mentre il mio corpo pallido, si consumerà
al passaggio lento ed inesorabile
del sangue infetto che scorre nelle mie vene
a corrodere avidamente speranze e desideri
e nutrendosi delle mie amare illusioni.
Prego in silenzio... parlo sottovoce
mentre l'ago della dialisi
mi sputa nelle vene un altro giorno di vita.
O Dio...
ho paura, si... lo ammetto,
paura che il giorno finisca troppo presto
e che la notte giunga senza luna.
Ho paura di non riuscire a saper dire addio
e di non poter dare quell'ultima carezza.