Aizzato da questo vento gelido
che non da pace né ingordigia
al mio passato acre...
aspro come acerbo agrume
e pungente come la spada di un eroe
chiedo mille ali acrobate
che mi conducano a quel malsano cuore
che avvelenato insudicia le mie carezze,
e adesso malsano è il mio viso cieco,
distratto e sconfortato da fango maligno e profano
del tradimento nefasto
Portami via carovana marziana
dentro i colori incandescenti e forti
della galassia ignota
fammi più forte delle mie paure
come Sole che si confonde al mare
Portami altrove...
fiume di meteora
nella caverna del Minotauro infuriato
nell'arco infuocato di una donna guerriera
e come nuda e fragile foglia
rinvigorirò la mia pelle e l'anima
... e allora sì... sì che tornerò spartano
gladiatore di un esercito nuovo
e senza timore mi scorderò di te!