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Cronache oniriche

polvere sabbia e vento
sferzano le carcasse vuote
di lontane verità
in un deserto deontologico
dove macabri baluardi
sono rimasti a morire nel tempo

tra le dune dell'insonnia
che genera aborti di sogno
in comizi di loquaci
politici nulladicenti

bianca aerea calce sottolinea
umide arcate sub-ciliali
vetrificando lacrime
sparse a seminare zolle
di fango rappreso

corvi in riunione meditano seri
sulla fertilità dell'humus
d'immoralità e malcostume
piluccando ad una ad una
le piccole gocce salate
che non bagnano il terreno

senza più lacrime arsi
di polvere sabbia e calce
occhi che non s'aprono più
inaridiscono nel buio
d'una affollata solitudine
al funerale della decenza

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • mauri huis il 13/02/2012 15:13
    Grande lirica il cui contenuto sferzante e indignato eppur contenuto, mi sento di condividere in pieno. Se è vero che ognuno in testo trova un può quello che vuole, oltre che quello che l'autore ha scritto, io qui ritrovo il sarcasmo bruciante di Gaber nella sua "c'è un'aria", una critica durissima contro il malcostume imperante di trasformare etica e morale in spettacolo e morbosità. E che naturalmente vale anche per la politica, anzi di più. Bravissimo Sergio, mai banale e sempre puntuto.

2 commenti:

  • Teresa Tripodi il 12/02/2012 21:16
    Versi che si rincorrono come solo Maní sa fare... uno sfoglio di verità che lasciano allevidente mondo di sangusughe non atte a curare per ripulire ma solo al proprio nutrimento personale... cosa resta dopo che passano gli avvoltoi, carcasse indecenti. Ottima.
  • loretta margherita citarei il 12/02/2012 19:36
    troppa gente corrotta, appare un miraggio la giustizia ottima riflessione

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