questo viaggio interminabile
nel vagone dei miei bagagli
con l'angoscia
di un biglietto timbrato più volte
alla sosta in ogni stazione
m'affaccio al finestrino e vedo tanta gente
ma non s'agitano fazzoletti
alla ripartenza
l'indifferenza
guardo sul vetro il mio volto riflesso
nella notte che perdura a oltranza
in cui riaffiora qualsiasi passato
e nel mio stesso viso mutano
veloci come alberi che scorrono
altri centomila volti
di questa mia medaglia
dimenticare ricordare pensare
la stanchezza della paura
che passi il controllore
e finga di non vedere
i mille fori sul mio titolo di viaggio
l'unico desiderio è che cessi
questa notte infinita
e forse prima dell'arrivo previsto
deciderò di scendere
in una stazione che non c'è