Agonizzante in pozze di sangue,
il marcio del vivere filtra
nelle fogne, nelle intime prigioni.
Passato il limite di ogni bicchiere,
percorro barcollando la mia strada,
scambiando lucciole per lampioni.
Ogni smacco è svanito e ogni faccia,
anche la più odiosa, sembra amica.
Le stanche stelle tornano intense,
non conosco delusioni, timidezze,
naufragi di coppie consumate.
Sorrido e penso al tuo profumo.
Non so dove tu sia, ora.
Forse rifletti, forse dormi.
Tu sola tra mille sogni informi,
a volte mi sproni, a volte mi disperi.
Luce che guida, tra arrochiti pensieri,
la mia nuda fragilità della sera.
Cosa ti dirò domani, cosa ti dirò mai.
Forse m'ami, forse fuggirai.
Danza perversa, fatta di "Vorrei",
t'amo mentre ho sempre amato lei.
Ora basta, ho infine realizzato
che un altro giorno è morto avvelenato.
Le membra pesano, il corpo mi contrasta.
Un altro smacco aggiunto alla catasta.
Mi corico senza aspettare
un sospiro che m'inciti a sognare.
Tempo di smaltire,
tempo di farti morire.