E c'ero io,
e c'erano queste quattro pareti
a confermarlo,
nella stanza
seduto sul divano
ad oziare da giorni.
Tra il rumore della pioggia
che sul tetto batteva
e il ticchettio dell'orologio
che il silenzio scalfiva
decisi che era giunta l'ora
di fare qualcosa.
Mi alzai.
Imboccai il corridoio,
infilandomi nel cesso.
E mi feci la barba
e mi lavai i denti
sputai un po' di sangue
e pisciai nel lavandino
feci qualche flessione
ma il tempo sembrava non passare.
In corridoio ruppi le lancette dell'orologio
Il rubinetto della cucina perdeva
ma me ne sarei occupato il giorno dopo.
Tornai tra quelle quattro pareti
a sdraiarmi sul divano
bevendo un sorso di vino
fumando un po' d'hashish
e scrivendo questi versi
mentre la t. v trasmetteva
il solito film
e fuori continuava a piovere
ciò non potevo fermarlo
ma di questo ne ero abbastanza contento.