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Un poeta imbecille
Una per una bruciò le sue poesie.
Con le ceneri sparse
aveva detto tutto
e del suo tutto gli tolsero di più:
ma un ingrediente solo non fa storia,
solo la gloria di aver lottato bene.
Ferite torpide, bisogna abituarsi,
come calarsi negli occhi della notte
e vederci chiaro meglio d'un felino...
Cercò per altre vie
quel che mancava:
in femmine vogliose all'apparenza,
in finte cose, in decisioni doppie,
in impudenti calici di vino,
in vecchie storpie che ne sanno di più,
ma si tengono tutto tra le rughe nere
per poi godere un'ultima volta;
in un cammino inimmaginato
dove il tradito diventa traditore;
ma si declina l'invito del balordo:
dell'istrione di sterco, che non vede
anche una bimba che poi lo prende a calci.
S'illuse convinto quel poeta,
che nel mosso mare della vita
non si può fare altro
che aspettare
l'arrivo di una nave
con una schiava padrona di sé stessa,
almeno in parte.
Nave che va, nave che viene,
nave che non tornerà: non le conviene.
Il barile di sardine sta alla fine
e le sue reti son piene di buchi...
Nave senza orizzonti in questo porto
protetto da nessuna condizione
e, dall'altra parte, sono queste:
non hanno odori, non hanno consistenza,
simili a racconti di vecchi cacciatori...
Un viaggio su quella da diporto
o forse neanche, dipende dall'offerta
e questa onestamente non è giusta:
nella busta deve metterci di più.
Lontano, su un'isola deserta,
un torto ancora si dibatte e muore.
Se una merda è certa,
vale di più dell'oro colato
che ancora deve essere trovato
scavando con la pala di promesse.
Quello che l'imbecille non capì,
quello che l'amò incondizionato...
Visse l'imbecille di poeta
di vecchie canzoni più vecchie di lui,
cantate come filastrocche
che tre baldracche impararono a memoria
e l'orologio le pagò in contanti.
Sul greto del fiume del gran saggio,
curò il vigneto, tra polli raspanti
e allucinanti notti,
vuote di sogni e di domande,
leggendo un libro che non esisteva
e attendeva la grande ispirazione:
Nave che vai, che non tornerai...
Un rasoio una bottiglia vuota,
un foglio bianco con macchie scarlatte,
nella notte, figlia della notte
scivolò via: questa, di lui,
fu l'ultima poesia.
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1 recensioni:
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- molto bella... complimenti.
- trovato spingendo a caso i miei primi passi qui dentro. Poesia che crea immagini, colpisce. Bravo.
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