Offrimi un buon caffè: sono nervoso,
dammi una sigaretta, già m'incazzo
al sol pensiero di trovar lavoro,
non so più cosa far, divento pazzo.
La crisi c'è, bisogna aver pazienza,
m'han detto monsignore e il deputato,
come se avessi tempo di aspettare
io ch' ho bisogno e sono indebitato.
I figli di papà non han problemi,
porte aperte, carriere e sicurezza,
siam quelli senza un nome a tribolare,
a masticare rabbia ed amarezza.
Ogni giorno la solita minestra,
In fila all'agenzia da coglioni,
senza cavare un ragno dal suo buco:
han voglia di chiamarci bamboccioni!
Quanto dovrà durare non è detto,
serpeggia nelle piazze il malcontento,
c'è chi protesta, chi s'abbatte e muore;
non c'illudiamo, qui non cambia il vento.
Io m'arrabatto e sto a tirar la cinghia,
ma la famiglia... mi si spezza il cuore!
Son disperato, sto fuori di testa,
un'altra sigaretta, per favore.