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Fragile e introverso

Ero un ragazzo fragile e introverso
che aveva paura d'aver paura:
sembravo a volte audace e a volte sperso
ed era quasi sempre una postura.

Forse non ero poi così diverso
da te, forse la mia intima paura
non era che la tua e tuo il rimorso
che allora m'affliggeva oltremisura.

In seguito lo intuii, ma troppo tardi
io ero già nei guai e tu, sconfitto,
vivevi solo ormai nei miei ricordi

venati di rimpianto ed amarezza.
Ricordi che perpetuano l'affetto
e il desiderio di un altra tua carezza.

 

l'autore mauri huis ha riportato queste note sull'opera

2003 dedicata a mio padre, ovviamente.


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8 commenti:

  • Teresa Tripodi il 09/03/2012 23:37
    Paura di scegliere... paura di rispettare le scelte fatte... paura di aver paura... sono le tre grandi paure dell'uomo... ed è giusto che ci siano perchè è quello che mette alla prova la nostra volontá di superarle... fatta questa premessa dico che l'opera è davvero piena e colma di dolcezza e sentimento, anche la paura trasmessa è un sentimento... il troppo amore il voler proteggere le proprie creature a volte peccando di troppa apprensione... difficilmente condannabile perchè il fatto di amare anche sbagliando ma amore puro puó provocare nostalgia d'incomprensione ma non condanna di sentimento...
  • Nicola Lo Conte il 08/03/2012 18:10
    Bella introspezione... non priva di coraggio e di grande sensibilità..
  • Ugo Mastrogiovanni il 08/03/2012 14:58
    Con un gradevolissimo ritmo e delicata rima, Maurihuis propone un'operazione di cattura e di intensa dislocazione di emozioni vissute e memorizzate. I particolari significati delle sue condivise emotività propongono concetti che vivono, e vivendo si trasformano in poesia.
  • mauri huis il 02/03/2012 18:09
    Grazie per i commenti. A Fabio dico che la vita è anche altro, vero, ma è anche questo, cioè capire ad un certo punto, che certe cose che ci portiamo dentro da piccoli, ma anche no, sono crediti, o debiti, pregressi. E, nel farlo, capire chi veramente sono, o erano nel mio caso, i nostri genitori. E amarli come tali, non come figure astratte e idealizzate. Perchè questo vogliono sempre loro, non altro. Grazie a tutti e ciao.
  • Fabio Mancini il 02/03/2012 00:28
    Ricordi e rimpianti. Ma la vita è anche altro... Un saluto gentile, Fabio.
  • Anonimo il 01/03/2012 23:35
    In questa poesia esce fuori l'amarezza che tutti noi proviamo quando da figli ci trasformiamo in genitori. Un'amarezza che ci perseguiterà sempre. Poesia di una profondità infinita. Infinita come quell'amarezza
  • Anonimo il 01/03/2012 21:37
    Un destino che sembra accomunare, se non tutti, parecchi di noi e il nostro essere figli. Certamente, da ragazzi, si è molto fragili e si guarda solo a se stessi. Forse è proprio per questo che, da grandi, riusciamo a comprendere i nostri genitori, anche se il tempo ci lascia solo i rimpianti.
    Complimenti!
  • Anna Rossi il 01/03/2012 18:46
    come figli siamo, spesso, un fallimento. viviamo di rimpianto, e con il tempo capiamo tante cose. poi, quando si diventa genitori, tutto assume un'altra dimensione. molto delicato questo tuo pezzo di memoria sulla figura paterna e su quel figlio così fragile ed introverso, insicuro come lo sono sono tutti i figli quando chiedono solo essere amati a modo loro...

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