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Mi credo in Dio par me umile pensiero

Mi credo in Dio
Par me umile pensiero.
Co' entro in ciesa e vardo
el nostro Cristo tacà coi ciodi
in sti brassi verti spalancai
me digo : ma sempre cussì ti sta
a spetar el mondo?
Tuta sta zente che te implora
solo par bisogno e mai te loda,
tuta sta gran cagnara de omeni
che ama schei, vanità e boria.
Ti lo ga dito, ne la to' tera lontana:
" Vegnì a mi puarèti, opressi de cuor
e disgrassiai".
El siorasso ga zà avùa la so parte
ma de certo no ghe ne toca nel to' Regno.

Chi che gà visto ti
Gà visto el Pare.

Te vardo e me permeto
De caresarte i pìe
Mio Jesus.

 

l'autore mariateresa morry ha riportato queste note sull'opera

I versi sono in lingua veneziana ( non dialetto veneto).


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2 recensioni:

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  • Anonimo il 03/03/2012 17:07
    musicale, personale, bella davvero!!!
  • Raffaele Arena il 03/03/2012 14:20
    L'autrice ha la capacità, come chi ha davvero uno spirito poetico, e tu Mariateresa lo hai, di estrapolare da un'emozione forte della durata di un atttimo, una visione universale, in questo caso di pietaS. Scritta poi nella lingua che probabilmente senti pìù tua dell'italiano, non per niente è una piccola chicca, un piccolo Capolavoro!

15 commenti:

  • Anonimo il 05/03/2012 13:19
    Condivido il tuo pensiero, umanamente giusto. Ma per fortuna, il Cristo non ha obbedito alla logica umana; è morto in croce per noi e continua ancora a morire. Per noi che siamo più presi dalle nostre miserie che non dal comprendere il significato profondo del nostro stesso esistere.
    Del resto, tra tanta meschina umanità, ci sarà pure qualcuno per cui è valsa la pena di venire a morire su questa terra. Ma a parte questo, Dio non ne fa un discorso di quantità, forse forse neanche di qualità, ma di amore gratuito, di quell'amore che noi non siamo capaci di donare gratis non dico al nemico, ma neanche all'amico.
    Scusami per la lunga riflessione, comunque non esaustiva di tutto.
    Poesia molto piaciuta!
  • Anonimo il 05/03/2012 09:00
    Condivido il tuo pensiero, anche se Gesù conosceva bene la realtà dell'uomo.

    La tua poesia mi ha commosso Morry. Scritta in dialetto mi piace ancor di più.
  • Anonimo il 04/03/2012 16:35
    se fosse per me distruggerei tutte le croci del mondo... dolcissima e bellissima preghiera che tocca il cuore mirru molto bella
  • Ugo Mastrogiovanni il 04/03/2012 11:04
    Spesso il vernacolo della propria città, in questo caso il veneziano, rende molto meglio i concetti. Il titolo di questi versi andrebbe letto come : "Io, modesto intelletto, credo in Dio". Remissivamente, la Morry afferma che nella Casa di Dio lei si sente una nullità. È tormentata da quella Croce, fa propri i peccati del mondo, è tormentata dalla gratuita bontà del Cristo: <Venite a me voi che siete stanchi ed oppressi ed io vi consolerò>. Quanti, guardandola, ripercorrono e capiscono veramente il fine del sacrificio della Croce? Solo "schei, vanità e boria " Un'espressione che pesa, che trafigge ancor più il Costato di Cristo. Tutta la poesia, ogni passaggio è dolcemente singhiozzato, ogni riflessione è penitenza e speranza. I versi "me permeto de caresarte i pìe" sono mea culpa, fiducia e attesa. Quel - mi permetto - è soggezione e supplica; insomma, un breve lavoro molto spontaneo, perciò di estrema raffinatezza e ben riuscito.
  • mariateresa morry il 04/03/2012 10:07
    Grazie a tutti voi per i vostri commenti... se un'idea porta serenità, ben venga!!
  • Fabio Mancini il 03/03/2012 22:05
    Spesso dico dentro di me, le parole dell'Apostolo incredulo: mio Signore e mio Dio e mi rimetto alla Sua volontà. Davanti a Dio siamo tutti "disgrassiai" e la salita del Golgota è la strada maestra per arrivare fino a Lui. Mi piace il tuo farti piccola, l'umiltà di accarezzare i Suoi piedi e il dedicargli una poesia. Simpatica poi, la tua lingua. Un bacio gentile. Fabio.
  • Anonimo il 03/03/2012 10:41
    È sempre molto difficile cimentarsi con il dialetto, soprattutto è difficile farlo in poesia. Complimenti, ci sei riuscita benissimo sia come stile che come concetto (detto da un ateo convinto). Very very brava
  • mauri huis il 03/03/2012 10:38
    La poesia è bella senza dubbio e io l'ammiro, e ammiro pure te perchè l'hai scritta, ma non posso non lasciarmi sfuggire un veramente dispiaciuto: "ah, se fosse vero..."
  • rea pasquale il 03/03/2012 10:30
    Ho apprezzato questa poesia, io non sono religioso, ma ne comprendo il valore.
    Un saluto
  • Giuseppe Amato il 03/03/2012 09:45
    Nel parlare al Cristo sei sola e sei con tutti... fai riflessioni che nella loro semplicità diventano una forza dimostrativa del vivere buono ed onesto. Su tutto questo incombe il Padre, reso come monito buono. L'uso della "lingua" rende la lirica una sonata da alta navata.
  • Anonimo il 03/03/2012 09:14
    Il mistero da cogliere è proprio lì: quei chiodi accettati per TUTTI, poveri e ricchi! I versi nella musicalità della lingua veneziana ne fanno un parlare intimo e profondo con il Cristo-Padre.
    Tenerezza e lode nella Fede.
  • vincent corbo il 03/03/2012 08:52
    Una delicata composizione che si fa amare alla prima lettura.
  • alta marea il 03/03/2012 07:57
    Veramente bella, concordo la fede è un dono, sta a noi valorizzarlo...
  • roberto caterina il 03/03/2012 06:56
    Bella, appassionata e carezzevole come sa essere la fede per chi ce l'ha...
  • Ellebi il 03/03/2012 01:57
    Ma un dono si può anche rifiutare, il merito sta nell'acettarlo e farlo fruttare

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