Ruggisce indomito
con il vestito di ogni tempo
il vangelo non scritto del progresso;
l'orizzonte è una superba matita
che di ricamare si compiace
ancestrali realtà con forme nuove;
il treno ha sempre la stessa voce,
in vagoni e locomotive più luccicanti,
e incede sempre compiaciuto,
tra sinfonie di campi
e sguardi protesi verso lingue di mare,
tra seduzioni di pianure padane,
e immortalità di paesaggi tirrenici,
ionici e mediterranei;
il treno sempre possiede due lingue,
con cui rivelarsi e parlare,
con una a parlare si intrattiene,
con la dama dell'ambiente,
con l'altra invita tra monti orgogliosi,
la signora incandescente dell'economia;
il treno ha due luci
che fendono la ragnatela intricata del buio,
addestrate a gemere,
ogni qual volta l'uomo non ne ascolta
storie e memorie,
ogni qual volta il suo richiamo al futuro,
lo fa deragliare per via,
stritolato da violenza e ideologia;
il treno ha mille regali da fare,
a chi più non lo desidera ascoltare,
ha già parlato per noi con il futuro,
e sa che ci potrà aiutare,
a renderlo più saldo e meno duro;
perchè il treno ha un'anima da bambino,
che addestra le sue labbra color latte,
a voler comunicare con quanto sta intorno,
ha la leggerezza carezzevole
di una banda di paese
che si stende a coperta dorata sul giorno,
ha la gioiosa rincorsa
di chi deve raggiungere luoghi lontani,
per ritornare con carichi di nuovi sviluppi,
di cui sono ricolme le sue mani;
il treno ha ora un nome nuovo,
alta velocità,
scommessa sul futuro,
e non folle crudeltà;
legittima sia detta ogni resistenza,
purchè non contenga germi di violenza,
si accomodino le signore proteste
accumulate per via,
purchè si scrollino di dosso,
l'indumento annerito da un'inconcludente ideologia;
non possiede certo chi ora scrive,
saggezza infusa o regole fisse di realtà,
ma sol la convinzione del tutto personale,
che alta velocità,
possa far rima con opportunità.