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Storia di un angelo
Giace smarrita,
sopra la terra,
dai venti portata,
la creatura alata.
Giace smarrita
Dai venti portata
ormai di ali priva.
sospira la terra
al sol contatto,
essa cammina
sotto quel sole.
sotto quel sol
ormai vano,
orami spento,
oscurato da lei.
il cui sorriso
sopra esso sta,
sorriso non d'uomo
ma di mondi infiniti
e paradisi incantati.
accecato da esso
il sole sparì.
ma i suoi occhi,
di tale creatura,
il mondo guidavan,
e al suo guardar
svanivan le paure.
"profondità sconociute giacevano in essi
occhi mortali di vita fautori."
"ai suoi baci fuggivan le nevi.
ai suoi baci sbocciavan i fiori."
non banali fiori
ma petali dell'eden
dai luminosi colori,
fiori eterni che ornavano il mondo
e incoronavano la creatura.
oh, vanitoso mondo,
con stelle e pianeti ti vanti,
la tua bella creatura
ti rende perfetto
con la sua lucentezza.
oh creatura,
mai umana bellezza ti eguaglierà,
alla tua voce diventa banale ogni canzone,
alla tua voce ogni creatura
sveglia il suo orecchio
per la tua perfezione.
forse fata sei?
che muovi tra le fronde
con abili compagne
i teli dell'amor?
o forse stella!
caduta da mondi lontani
per portare amore
nel grande mondo.
ma i miei occhi,
preda della tua luce,
dolcemente torturati dal tuo sguardo
parlano:
"fate e stelle nella loro bellezza
spariscono al tuo arrivo,
gelose e invidiose
osservano tale lussuria,
pura divina che con presunzione
pensavo di poter descrivere..
semplice dire che a questo mondo
inesistenti son le parole
per descrivere chi di questo regno non è.
eterno sarà colui che descriverà tale bellezza
con esattezza.
ma mortale e schiavo di essa sarà chi con occhio vedrà.
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