Vorrei tu inventassi
qualcosa per me,
magari una nuova magia
per togliermi
dalle grinfie
dell'atroce disillusione,
erba gramigna
a soffocare il sogno.
Pago
gli errori compiuti
nell'essermi imbarcata,
smaniosa d'esser amata,
in amori sbagliati,
barche piene di falle, inabissate
dalle tempeste,
dalle quali, impietosito,
mi lanciasti il salvagente
per non annegare,
ma non comprendo
il tuo oscuro disegno
nel rendermi
nostalgico Ulisse,
destinato a vagar per mari,
coll'imbellente bisogno
di ritornare ad Itaca
per costruire un'alba
che mi sia casa.
Avrai mai pietà
di me,
Amore, che rendi
possibile l'impossibile ?
Sii benigno...
poco ti costa
divenir per me raggio
di primaverile sole...
Bacia la mia gemma,
che torni io ad esser fiore!