La musica
è una pittrice indomabile
che ricama seducenti,
irresistibili movenze,
sull'onda di un rock n' roll;
palco, attendimi
anche tra le labbra di una rinfrescante eternità,
Elvis amò mille donne,
ma una mai lasciò nè lascerà,
la sua chitarra che lo prende per mano,
e cona la sua implacabile,
amorevole famiglia di corde infuocate,
gli permette di catturare ogni suono,
anche il più lontano;
nessuno mi disse quando nacqui,
che l'estasi del sogno americano,
trillava tra le dita della mia mano,
Priscilla, non riuscimmmo ad appartenerci davvero,
solo suonando, perdonami,
più che quando ti giacevo tra le braccia,
mi scoprivo un uomo compiuto e vero;
ehi, colonnello,
che contavi i soldi sul tuo ventre straripante,
mentre la mia musica moriva,
per i precisi, laceranti, vigliacchi fendenti,
di alcoolici e stupefacenti,
la tua ricchezza profumava del mio sangue,
ero io a rischiare sul palco,
non tu,
e tutta la tua indifferente, presuntuosa tribù.
"Love me tender, love me sweet"
tu che ancora ascolti le mie illusioni di cristallo
di cantante realizzato e uomo incompiuto,
se vedrai una stella danzare indiavolata,
in un cielo baciato dalla quiete,
pensa che fui io a insegnarle a muoversi
a tempo di rock;
sono Elvis non so tramontare,
in chi mi ha voluto davvero ascoltare,
cantando con me le mie canzoni,
e so che foste e siete a milioni;
la mia chitarra ancora oggi risplende,
e le sue braccia al mondo sempre tende,
amico, comincia pure a scatenarti,
che sarò lì insieme a te,
pronto a vegliarti.