Sferragliare sincopato,
percussioni
sulla rotaia,
ritmicamente a martello
di ruote veloci:
lento pervadere
l'orecchia, di voci
ancor satura;
mentre culla un cervello
distratto e tentato
allora di evadere
da quel paesaggio di sensi
usuali e percorrere
tracce larvali
nell'intricato groviglio
tra l'Es e il Super-io.
Al crocevia del sogno
dove l'Io è dio
guarda il treno
la bimba giallovestita
un abbaglio a ragguaglio
della mente assopita.
Fiihiu fiiihiiuu fiiihiiuu
Fischia il treno, scivola
sferragliare strisciante
balla di botto rallenta
e si sfiata la valvola
frenata stridente
una scossa e rincula.
Si scuote, sente le voci.
Tende l'orecchio
e si massaggia dolente
il naso battuto sul vetro
del finestrino:
rauche parole d'un vecchio
rivolte a un vicino,
Ch'è distratto e non sente.
Oltre il vetro la notte
Sembra distesa sul niente
Solo il canto d'un gallo
da questo punto distante
è un senso a quel nulla.
Un sussulto e riparte
ora riprende la culla.
Di fuori strisce di giallo
luci appese sul buio
come lucciole di maggio.