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I giardini del manicomio

I giardini del manicomio
sono abbandonati alla primavera
che pende molle dai rami,,
vecchia lana uscita da materassi
messi al sole.

Passeggio nel viale
di statico silenzio
e dalle felci m'assale
il borbottìo, il pianto
e la sommessa nenia degli ossessi.

Li vedevamo camminare inerti
e fermarsi solo al muro di cinta,
i volti vuoti come buchi neri
senza espressione, guardarci.

Sono uscite dagli stipiti
le storie dei loro silenzi,
delle grida prostrate che nessuno
ma davvero nessuno
poteva raccogliere.

Grida che stridevano
quali foglie autunnali lungo il granito
delle scale. Ora soltanto pace
e
bozzoli di farfalle pronte
ad asciugarsi al sole.

 

l'autore mariateresa morry ha riportato queste note sull'opera

La poesia si riferisce ad un ex ospedale psichiatrico, contenuto in un'isola lagunare, caratteristico per un vasto parco che lo contorna. Come noto i manicomii in Italia sono, da tempo, soppressi.


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8 recensioni:

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  • Anonimo il 31/03/2012 10:38
    Speriamo! E infatti queste è, la bellissima, poesia della speranza!
  • STEFANO ROSSI il 22/03/2012 11:42
    Cara Maria teresa, questi tuoi versi sono formidabili.
    Non tutti possono toccare un argomento cosi delicato e trasformarlo in poesia, solo una c'è riuscita e si chiama Alda Merini. Ora io non voglio fare paragoni perchè sarebbe assurdo, ma questo tuo scritto mi ha dato la stessa emozione di quando leggo una poesia della mitica poetessa. posso solo dirti di continuare per la tua strada che stai andando alla grande.
  • PIERO il 22/03/2012 07:41
    Brava per aver ricordato la "malattia" del vecchio sistema di cura (la reclusione) e l'abbandono (dei malati e dei luoghi) seguito alla riforma. Le istituzioni non sono state in grado, ancora una volta, né di prendersi cura degli ex ricoverati, affidati completamente alle famiglie o alle associazioni di volontariato, né di riutilizzare, se non in pochi lodevoli casi, i bellissimi edifici per altre attività.
    Buona l'idea e molto delicata e sensibile l'illustrazione.
  • Raffaele Arena il 22/03/2012 00:56
    Mariateresa, in questo tuo componimento riesci ad andare a toccare un nervo scoperto degli anni settanta, prima della legge Basaglia. E pensar che la malattia mentale troppo spesso è stata spacciata per la ipersensibilità di persone troppo sensibili e giuste, proprio per reprimerle, per interesse e cattiveria, nell'angusto luogo del manicomio. Di reparti psichiatrci ne ho visti tanti, e ho trovato molta più umanità li, che in tanti altri luoghi. Poesia struggente per come porti alla luce questo tuo ricordo! Mi ricordi Ascanio Celestini nel film La pecora nera, che ti consiglio di visionare. È di una poesia assoluta!!!!
  • Anonimo il 21/03/2012 21:53
    Ecco la nostra leggiadra e abile Lady Morry con una sua nuove lirica, concentrato di maestria poetica - che però a volte si concede qualche fuga un po' prosaica - e di potenza di contenuto. I matti, i malati.. "Buchi neri" senza salute, senza pensieri se non ossessioni, senza vita, senza storia d'uomini.. La poesia sembra rievocare fantasmi trasparenti, che la luce del sole primaverile può attraversare impunemente, sul tutto ora deserto regna la pace, una pace però pregnante di memorie e di vita, la vita della natura, che nonostante noi uomini, continua il suo corso, indifferente. Brava Lady M!
  • vincent corbo il 21/03/2012 19:15
    Una descrizione molto apprezzata, trasmette un senso di sgomento per un passato che continua a generare i suoi fantasmi.
  • Anonimo il 21/03/2012 18:34
    L'atmosfera lugubre d'un tempo lascia spazio ad una primavera che impazza(concedimi il termine ) su tutta la natura. Le storie dei silenzi e degli orrori sembrano calmarsi di fronte ad una tale maestosità che è lo spettacolo della vita che, ancora una volta, rinasce dalle sue ceneri come una fenice. Complimenti, apprezzata molto!
  • Alessandro il 21/03/2012 16:30
    Volti vuoti che vagano inerti, esauriti da grida non raccolte. Dolori ignorati, sedati, ghettizzati. Davvero bella

16 commenti:

  • gianni castagneri il 28/01/2014 17:28
    complimenti! una poesia che fa pensare...
  • Sandra Checcarelli il 10/04/2012 10:33
    BELLA!!!!!!!!!!!! LA PRIMAVERA VOLA ANCHE SU LUOGHI DIMENTICATI ED INQUIETANTI... PER RENDERLI PIU' LEGGERI E MENO TRISTI!!!!!!!!!
  • Emanuele il 07/04/2012 17:55
    Bravissima, complimenti per il linguaggio ricercato ma soave allo stesso tempo
  • Anonimo il 28/03/2012 21:40
    Molto sentita e delicata. Una poesia che affronta un problema sociale di cui tanti si lavano le mani. E dentro quelle mura sai quante persone sanissime ci sono finite? Spesso per una fobia naturale, per una devianza altrettanto naturale che tutti gli esseri umani hanno dentro di loro. Ma a secondo dei tempi quelle devianze erano una vergogna da nascondere e non da capire. Ma il tempo passa e la natura si riprende gli spazi vuoti e ci fa nascere i fiori. Ma il dolore di quella gente è ancora lì a schiaffeggiare la coscienza dei benpensanti e degli assenti.
  • Anonimo il 24/03/2012 21:28
    quelle grida nei giardini abbandonati alla primavera... su nastri magnetici del tempo... le storie di parole senza senso son rimaste in quel viale... la tua sensibilità dà vita a queste bellissime opere... complimenti cara Morry
  • roberto caterina il 24/03/2012 08:32
    Molto bella questa descrizione.. ricorda molto anche San Salvi, qui a Firenze, ma, non so a Venezia, sono spazi che stanno riempendo di iniziative, sedi universitarie e quanto altro...
  • tylith il 22/03/2012 11:26
    Una poesia questa davvero profonda, toglie il fiato e ti fa camminare in questo giardino e, in alcuni momenti, anche nelle menti di chi lì ci viveva. Molte le immagini che mi hanno colpito dapprima la primavera che pende molle dai rami, che sembra già morta ancora prima di nascere. Lo statico silenzio interrotto dalla nenia sommessa e poi i loro pensieri che erano troppi e aprirono gli stipiti dall'abbondanza e almeno loro, forse si sono sentiti liberi. Una poesia davvero profonda e davvero ben scritta.
  • stella luce il 22/03/2012 09:45
    versi che portano la mente a realtà difficile da comprendere soprattutto da chi alle volte si sente lontano da ciò che non conosce e che non vuole vedere... il dolore di chi ne è colpito ed la disperazione delle famiglie che sono spesso lasciate sole... bellissimi i tuoi versi...
  • sergio il 22/03/2012 08:59
    mariateresa come sempre bravissima; un tema inquietante e mai risolto
  • mariateresa morry il 22/03/2012 08:23
    Grazie a tutti voi peri commenti.. oggi nell'isola di S. Servolo c'è una mega struttura per convegni internazionali, ma il profilo del suo parco e dei suoi tetti mi parla ancora di quel posto tristissimo. Purtroppo ho conosciuto bene la sofferenza di quei luoghi avendo avuto uno zio paziente per lungo tempo, affetto da schizofrenia... sì è vero, poi " li "mandarono a casa, ma a diventare matte furono le famiglie, lasciate sole con il loro problema!... altro discorso... grazie ancora
  • Vilma il 22/03/2012 07:52
    versi incisivi, molto apprezzati
  • Anonimo il 22/03/2012 07:39
    I matti da legare.. son fuori, e con loro fuori di testa.. i campi fiori son stati presi e buttati nel fondo di un pozzo firmati e addormentati definiti incapaci di profumare, ed è cosi che.. oggi come oggi.. la pazzia ha preso campo piazze sane menti mari onde.. manicomio manicomi dentro fuori liberi dimenticati, ed è cosi che.. urla suoni sono là.. sono fuori dispersi persi sensi senso sentimenti, ed è cosi.. ieri oggi domani.. nei giardini di un manicomio solo silenzi respiri fuori e dentro.. lò qui giù, silente nel profondo di un pozzo un pazzo un pezzo un fondo.. muore. Bella! Terry, che dire.. Brava!!

  • Anonimo il 21/03/2012 21:09
    Per la legge Basaglia 180. Tempo fa ho visto due film riguardo il tema trattato: "Si può fare" con Claudio Bisio e "C'era una volta la Città dei Matti..." tramesso in RAI, tutt'e due bellissimi e davvero commoventi (ovviamente, ve ne sono una marea!).
    Certe volte mi chiedo se siano veramente loro i malati o siamo noi che non riusciamo a guardare oltre le nostre comuni prospettive... Sono esseri umani, diversi, ma sempre esseri umani. Perfino gli urli e le grida sono state a loro negate, l'unico modo per esprimere il loro dolore e, magari, la voglia di reagire.
  • loretta margherita citarei il 21/03/2012 20:20
    erano dei lager più che case di cura, molto profonda complimenti
  • mauri huis il 21/03/2012 18:42
    Poesia molto bella su un tema triste ancora non abbastanza sviscerato. Non posso non chiedermi dove sono ora quei malati che un tempo vi erano reclusi, per il bene delle loro famiglie e forse anche per il loro...
  • Teresa Tripodi il 21/03/2012 16:28
    anche li arriva la primavera... una primavera che ha gli stessi colori delle altre primavere ma si differenzia dal fatto che gli occhi che la guarderanno sbocciare sono occhi stanchi... un'immagine ad altissima definizione, triste ma vera, come i bozzoli di quelle farfalle che sono volate via.

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