tra le crepe del muro
dell'altrui insensibilità
costruii il mio rifugio
per non subire più violenza,
riparandomi così
dal lungo inverno.
Ora al tiepido tuo sole
di primavera,
alle tue dolci carezze,
scaldo il mio sangue
che la disillusione
rese freddo,
pronta però a rintanarmi,
a fuggire via,
se vedrò la tua mano aperta
stringersi in pugno
e le tue dita
afferrarmi la coda
per strapparla.