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Terza Età

Scorrono i giorni,
uno dopo l'altro,
si sovrappongono,
uno sull'altro;
ed Io,
inquieto.

Guardo allo specchio
il corpo che invecchia,
sul viso
i solchi del tempo;
orme di gioie e dolori.
E senili dolori,
vanno e vengono,
con intermittenza,
come una lampadina
sul punto di fulminarsi.

La forte Quercia,
ormai,
è quasi rinsecchita,
le foglie non crescono più.
Nei pochi rami
solo ricordi.

Apro la porta
a vecchie megere,
voglio sapere;
da artifizi
e pratiche strane,
quanto rimane.

E poco importa
se sono panzane,
ho tanto da fare;
ho ancora tanto da dare.

 

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4 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 23/03/2012 11:08
    Chi più di me può capire questa poesia? Tra l'altro di qualche passo ancor più avanti; in quanto alla forma e stile è veramente sublime.

4 commenti:

  • Alessandro il 24/03/2012 13:53
    Il corpo avvizzisce, come la vecchia quercia. Eppure, c'è ancora da fare. Significative le ultime due strofe.
  • Vincenzo Capitanucci il 22/03/2012 20:26
    La forte Quercia... si rinnoverà sempre in un ghianda di giorni... ha ancora tanto da dare...

    Molto bella Ezio... ed io inquieto.. in questo sovrapporsi di giorni a cui non puoi opporti... ma solo sporgerti... per vederli scorrere meglio.. e mettersi sempre in gioco...
  • loretta margherita citarei il 22/03/2012 20:23
    ma se sei un giovincello ancora, piaciuta
  • Len Hart il 22/03/2012 19:57
    "ancora tanto da fare... " bella!

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