Ricorda che siamo passeggeri,
e come tali ci dobbiamo chiamare.
Come lacrime amare,
fedeli ai vetri del finestrino,
scivoliamo lungo la nostra strada,
le code di paglia bagnate dalla pioggia;
nascondiamo le nostre paure come fanno gli angeli,
i volti ardenti sulle rughe profonde
le dita insicure, immobili come il pensiero
proteggiamo il desiderio di sicurezza
con l'esultanza del treno.