Un popolo nuovo anzi antico
avanza come fiume nella valle della storia.
Un popolo vestito in variopinti colori
lavora tenace conquista trasforma travolge
nella polvere gialla che sporca ed acceca.
Si muove silenzioso dignitoso senza armi,
minuto e dolce
una indomabile forza collettiva nel cuore nasconde.
Del passato non vanta antiche vestige
né templi, né cimiteri né tombe,
al fiume e ai sacri monti offre la morte
ai pesci ed aquile celesti.
L'occidente imborghesito e molle
basito si interroga si scuote si azzuffa
come pugile suonato impotente.
L'occidente ancora è smarrito
attraversa la prima fase del ciclo del dolore,
sentirà poi nelle carni le ferite,
si troverà senza valori e senza mercati
ingoierà il disinganno dei sogni svaniti.
Solo allora forse acquisterà consapevolezza
della crisi che lo attanaglia,
capirà d'essere stato colonizzatono,
non dagli africani o comunisti redenti
ma da piccoli occhi socchiusi
che come le aquile hanno polmoni
per respirare sul tetto del mondo,
ad esse porteranno in succulento pasto
i resti di un occidente sfinito
nel mentre ancora si illude
guardando le stelle e i ruderi antichi.