Riconosco i colori ed i venti
e gli orizzonti e i fili d'erba
delle pianure sconfinate
e di tundre mai del tutto esplorate
nel profondo respiro dei tuoi occhi.
Lungo il tuo profilo
- che incrocio volutamente e sovente
ogni volta che posso o che il fato mi concede -
corrono selvagge reminiscenze d'amazzone
e sussurri e grida di spazi lontani.
Al lento, ancestrale, ondeggiamento
dei i tuoi pendenti d'oro
io mi inginocchio
come davanti alla regina nomade che tutto a sé asservì
e nell'anima provo
- al pari di fuoco che divora -
il dolore dei centomila cuori
che il solo transitare del tuo seno,
tra catene di monili ed il fragore dei tuoi capelli di rame e fiamme,
al tiepido vento del sud assassinò
Pazzo
mi rifugio tra le stanze della mia follia
e pronuncio il tuo nome in sillabe
per dilatarne il piacere.