Su una culla
di luna pallida
riposa l'universo;
nei campi i grilli
cantano tranquilli;
nel bosco, i ramoscelli
s'intrecciano a formar
figure oscure
e misteriose;
la strada si dissolve
nel buio più profondo
e mena chissà dove,
in quale posto al mondo.
Scende piano la notte
e, come una calda coltre,
lieve s'adagia
su membra affaticate,
rendendo al cor soave
ogni terrestre ardor,
ogni umana passion,
ogni lamento mortal.
Intanto io,
dalla finestra della natia dimora,
mi scopro a rimirar
le lucciole del firmamento
e penso
all'infinita immensità,
a Colui che fu
al principio del Creato
e che all'uomo sentenziò
forse un avverso,
arcano fato.