Ceppo malsano e torbido,
tragedia di libero arbitrio.
Resta la traccia sullla mano,
di sofferte parole sibilate.
Scappo dalla folla impazzita,
per riuscire a gridare il mio sforzo,
per riuscire ad avere eco.
Piove sangue sulle mie spalle,
sangue scuro e denso,
profondo strazio condensato.
Lascio che entri questa follia,
che mi prosciughi le energie rimaste,
fino a strisciare sulle mie ossa.
Come fossi al di fuori di me,
guardo e vedo un uomo stanco,
consunto da poche parole,
schiacciato, compresso al suolo.
Rose rosse, ma solo le spine
che quasi lievemente ti pungono,
ma costantemente e senza tregua,
contrappasso delle colpe inespiate.
La baia del silenzio, un vaticinio,
il silenzio dell'amore cercato
e ricacciato in questo non-suono
ma quel giorno, quasi fosse irreale,
non trascorse cosi',
fu forse un sogno,
e in quel sogno ho dato tutto il mio amore.