Bicilettando la memoria
Un passo, due passi, tra passi ed eccoti innanzi al mare.
Vedo in lontananza navi batter bandiera senza colore,
osservo gabbiani perdersi in quell'orizzonte che congiunge il rude Carso con l'infinito pensare.
Seduto.
Fermo ed immobile nella mobilità perenne di quella emozione priva di ogni condizione,
ho visto il mare divenire lago.
Un lago senza identità.
Un lago ove la memoria perduta
ora riaffiora
tra molluschi e Ditteri
sul ciglio di quel Molo
ove tempo e memoria convivono lungi da ogni terrena gloria.
Una bicicletta arrugginita,
una fune dai mille nodi,
e passi indifferenti
di uomini e donne
calpestano quel cemento armato dalla guerra mai dimenticata,
senza mai sfiorar la ruggine di un tempo
che ha visto morir ogni morte.
Eppure
qualcuno
o qualcuna
in qualche epoca
vicina o lontana
ha biciclettato
la memoria
perduta
nella profondità
del mare.