Entrando nel cielo olimpico dei Tuoi occhi scuri
ho appeso
l'ombrello dei miei giorni tristi (dei oscuri) ad un quarto di luna
mi son seduto inebriato di bianco vino
su un divano divino di stelle
con due gemelli in braccio
Castore
in bilancia
Polluce
nell'acquario
contemplando
nel po' di luce immortale della mia cassa toracica
il sorgere del Tuo limpido cuore
in raggi "velox" d'eterno sole