Accarezza sovrana e scintillante,
gli antri di palpebre
ora assonnate, ora traballanti,
questa estasi solleticante
di un viaggio in un viaggio più grande;
la mano incrollabilmente avida
di domande che profumano
di esiguità di istanti
e diluvialità di oceani,
si intarsia gaia e leggera
con i colori di un rinnovato
ineffabile candore,
nel tepore dell'abbraccio
della risposta che straccia
i sorrisi frastornanti del tempo
sulla pelle di vite indifese;
la chiamano estasi,
la ribattezzano germoglio di risposta,
ma il suo nome è cesellato indelebile
su un filo tenue di cuore;
si chiama Santa Pasqua,
ed è la firma salda e carezzevole,
del Dio che rinasce per far rinascere,
in un'incontaminata ebbrezza di gioia
racchiusa in una carezza di incenso.