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Alla luna

Argentea luce
che di riflesso lumeggi senza calore,
dall’alto spii il mio mondo
impregnato di esistenza e di colore.

Or che svelati sono i tuoi segreti
ti specchi stanca, delusa e affranta
per la perduta forza.

Oh ambigua dea dell’amore e della morte
venerata e temuta
non piangere, no non farlo!
Tu sei ancora l’ afrodisiaca aura di evasioni
e fonte di dialogo e dolce abbandono
a noi mortali.

 

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1 commenti:

  • roberto mestrone il 20/06/2007 11:03
    Delicata ode alla luna, con evidenti accenti classicheggianti.
    Molto carino il finale.
    Brava Carmela!
    Ro

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