Quanto dolore
nella foglia che perde il suo colore
e che tremore quando turbina e cade con il vento
negli avanzi d’autunno.
Dal tiglio spento
che riconosce a stento la sua ombra
nel pallore vespertino
comincia il suo cammino
e senza meta scende.
Ruzzola, volteggia,
s’arrotola, plana
tende a fermarsi,
risale, danza, sosta,
sembra si volti,
vien giù.
Il nido piange il merlo
senza protezione
fino all’altra stagione.
Anche la gazza spaurita
rende smarrita commiato alle sue foglie
che raccoglie il vento e porta via.
Pallide, contorte, ballerine
alcune sole, altre vicine,
smarrite, sembra si voltino
quasi volesser salutare
e dirci: aspettateci
sapremo ritornare.